Modulo base di introduzione e allineamento

Ore complessive: 80 (36 ore di didattica frontale e 44 ore a distanza)

Crediti formativi: 10

 

Contenuti e docenti

 

• Gianni Dominici (Direttore Generale Forum PA)

 

Modelli a confronto.


La Pubblica Amministrazione della maggior  parte dei paesi occidentali sta vivendo una grandissima difficoltà nel far fronte ai problemi sempre più complessi che si trova ad affrontare: dalle emergenze ambientali a quelle economiche, cosi come all’insorgenza di nuovi e articolati bisogni sociali. Gli ultimi anni hanno evidenziato che la crisi non è limitata ai processi in corso ma anche ai modelli e agli approcci fino ad oggi utilizzati. Per fare di più spendendo di meno la pubblica amministrazione ha bisogno di ripensare se stessa adottando approcci e strumenti in grado di affrontare le sfide in corso. Il tema delle Smart City si inserisce in questo contesto perché è proprio l’ambito urbano quello più adatto (per più prossimo ai cittadini) a sperimentare nuovi approcci di governance pubblica.
Il modulo affronterà i seguenti temi:
I Paradigmi per la nuova PA
•    New Public Management
•    Public Value Mangement
•    Public Governance
Gli approcci metodologici
•    governo della rete
•    innovazione empatica
•    big society
•    sharing economy
Le politiche
•    innovazione sociale
•    le smart cities
•    Open government
L’approfondimento in merito alle Smart City riguarderà i temi relativi a :
•    Il ruolo dei diversi attori sociali (la PA, la politica, le imprese, i cittadini)
•    Il ruolo della tecnologie
•    Le nuove forme di cittadinanza

 

• Paolo Testa (Direttore Cittalia)

 

Smart Cities in Italia: esperienze, problemi, soluzioni

 

Gli oltre 1000 progetti delle Città italiane raccolti ed analizzati dall’Osservatorio di ANCI saranno utilizzati per inquadrare lo stato dell’arte delle Smart City italiane.

Il modulo presenterà alcune delle best practice 'made in italy' e affonterà le seguenti questioni aperte nell'ambito del dibattito sulla 'via italiana alla Smart City':

Su quali ambiti del vivere urbano stanno investendo le amministrazioni locali?

Attraverso quali servizi e progettualità le città tentano di dare risposta a bisogni vecchi e nuovi di cittadini, imprese e city user?

Su quali tecnologie e in che misura i territori stanno puntando?

Chi sono i protagonisti delle iniziative smart nei contesti urbani e quali le alleanze strategiche per il governo delle città e dei territori?

 

 

• Carlo Giovannella (Università di Roma Tor Vergata)

 

L'evoluzione del rapporto uomo-macchina e il Design per le esperienze: un'introduzione (seminario)


Il seminario introduce alla trasformazione del rapporto tra uomo e macchina e al recupero della centralità della persona e della comunità che a livello progettuale richiede l'elaborazione di un modello multidimensionale dell'esperienza (Design for the experience) in grado di fungere da punto di riferimento per la realizzazioni di città smart a misura d'uomo e di contesto.
Tale modello offrirà, quindi, le linea guida per lo svolgimento del laboratorio Smart Learning & Cultural Heritage e interessanti spunti per la valutazione della smartness di un territorio.

 

 

• Maria Prezioso (Università di Roma Tor Vergata)


Sviluppo strategico del contesto territoriale alle diverse scale.


La politica territoriale europea, alla luce della revisione della Strategia di Lisbona, di Gothenbourg, della nuova Politica di Coesione e della Strategia 2020, trova il suo fondamento nella richiesta di un maggiore raccordo con la scala nazionale, regionale, locale. I modelli di riferimento si basano sui valori e sull'identità di cui questi sono portatori (capitale/ diversità territoriale) e richiedono di trasmettere potenziali di sviluppo anche occupazionale alle generazioni future (output). La progettazione del territorio europeo (Territorial Agenda 2020) integra temi e discipline per la realizzazione di scelte (offerte strategiche) innovative e sostenibili da attuare con i Fondi Strutturali, rendendo chiaro il livello geografico e politico di osservazione e di intervento (sussidiarietà) nel contesto trans-nazionale ricercando la condivisione dei metodi di lavoro, ivi inclusi i processi di valutazione del territorial impact e una rinnovata idea di governance, codificando formalmente un nuovo rapporto tra planning e user della pianificazione. Questo rapporto vede al centro le città, per dare risposte credibili e diminuire l'incertezza ad investire nelle attività di produzione e distribuzione di beni e servizi.

 

 

• Giovanni Focardi (IBM)

 

Smart Mobility: driving forces (seminario)

 

1) La mobilità come fattore critico per lo sviluppo economico della città e i fattori che influenzano lo sviluppo della mobilità (vista industriale)
2) I mega trends tecnologici che trasformano l'esperienza utente del cittadino (in contesto)
3) Le tecnologie emergenti utili per la gestione dei sistemi complessi (system of systems)
4) Introduzione all' approccio 'Smart Mobility' ed esempi di best practices

 

 

•  Giorgio Prister (FUPOL) 

 

Smart Cities e i cambiamenti nel ruolo del CIO (Chief Information Officer)


I CIO e gli IT manager delle città, nell’era in cui queste ultime si trasformano in smart city, si trovano a dover affrontare sfide e responsabilità di crescente intensità ed eterogeneità. Questo perché le finalità delle iniziative sulle smart city sono ad ampio raggio. Interessano tantissimi settori: dai servizi sociali, alla partecipazione attiva dei cittadini, dai nuovi servizi urbani alla congestione del traffico e dei trasporti, dal risparmio energetico alla trasformazione delle pratiche di governo, ecc. Tutte iniziative che coinvolgono più livelli decisionali delle organizzazioni e coinvolgono decisori politici, cittadini, ONG, il mondo della ricerca e tanti altri attori del pubblico e del privato. L’uso delle tecnologie ICT e dei dati immateriali è un elemento chiave in tutti i progetti. Benché le decisioni e l’identificazione delle priorità restano, generalmente, nelle mani dei decisori politici, i CIO e gli IT manager di una città tendono ormai ad assumere un ruolo di assoluto rilievo all’interno dei processi decisionali, sin dall’inizio, quando cioè viene a delinearsi la visione, vengono identificate le priorità, viene definita la strategia e selezionate le possibili soluzioni. 

 

 

• Daniela Selloni (Politecnico di Milano)

 

Design dei servizi e per l'innovazione sociale: collaborare, co-progettare, co-produrre.

 

La disciplina del design dei servizi offre un insieme di approcci, metodi e strumenti che hanno trovato una recente e proficua applicazione nel campo dell'innovazione sociale. In particolare ricercatori e designer in questo ambito si sono focalizzati su come attivare modalità di collaborazione, co-progettazione e co-produzione tra diversi attori, utente finale incluso, ossia l'attore per eccellenza sul quale si focalizza il design (dei servizi). Nei progetti di innovazione sociale l'utente è spesso identificato con il cittadino, colui che vive e usa gli spazi urbani, fruisce dei servizi pubblici, ha bisogni, desideri e aspirazioni che proietta nella sua idea di città.Negli ultimi anni sono nati numerosi progetti nei quali i cittadini si sono resi protagonisti: in questo scenario di progettazione diffusa e di co-produzione dal basso, si rendono necessari cambiamenti negli approcci e nelle metodologie, nei modelli di servizio, nel sistema degli attori, nell'identificazione dei ruoli, nella definizione di linee guida, nei criteri di valutazione. Il design dei servizi applicato al campo dell'innovazione sociale si sta appunto focalizzando su questo: l'evoluzione è tuttora in corso.Tale transizione sarà raccontata attraverso 3 casi emblematici nel contesto milanese: Cittadini Creativi, Nutrire Milano, Coltivando. L’intervento terminerà con una riflessione sui concetti di smart city e sharing city, raccontando il documento Sharexpo e l’idea di creare un manuale di servizi collaborativi per la città.

 


• Marta Rossato (global coordinator Sharitories)

 

Costruire città collaborative: l'esperienza di SHARITORIES

 

A livello locale compaiono sempre più spesso nuovi modelli di consumo che privilegiano l’accesso rispetto al possesso, nuovi modelli di produzione - distribuita ed open source -,  nuove relazioni di fiducia basate sulla condivisione, sulle reti sociali e sul finanziamento partecipato dei progetti. L’emergenza dell’economia collaborativa invita le città e i territori a posizionarsi come facilitatori di questo cambiamento, ma spesso i responsabili politici e i funzionari pubblici non sono ancora pienamente consapevoli del suo potenziale e non sono preparati ad affrontare la sfida che questa comporta. Sharitories è un programma internazionale rivolto alle Pubbliche Amministrazioni locali che vogliono implementare e far prosperare le pratiche collaborative a livello locale. 
L'intervento affronterà i seguenti temi:
• Contesto internazionale dell'economia collaborativa   

• Le sfide dell'economia collaborativa rispetto all'innovazione sociale   

• Esempi di città collaborative nel mondo   

• Il programma SHARITORIES: gli obiettivi e il metodo    

• Il Collaborative Territories Toolkit


 

• Claudio Marciano

 

Smart City e la sfida di renderla possibile. Il caso Formia.


Per essere Smart, una città deve implementare l'innovazione digitale, con i suoi dispositivi tecnologici e organizzativi, al miglioramento della vita urbana. Questo richiede ingenti risorse economiche, expertise creativo e una cultura politica della pianificazione. Beni scarsi, soprattutto nelle città piccole e medie (sotto i 100.000 abitanti) in cui vive il 75% della popolazione italiana. Il seminario illustra l'esperienza del Comune di Formia (40.000 abitanti), in cui è in corso di realizzazione un progetto di sviluppo locale urbano (PLUS), finanziato dalla Comunità Europea, pari a 1.380.000 euro.L'intervento prevede la costruzione di una “Smart Urban Infrastructure” (SUI), un sistema nervoso artificiale costituito da sensori per la mobilità, l'illuminazione, il monitoraggio ambientale e il controllo del territorio; da una rete di connessione wireless in tutti gli spazi pubblici cittadini e sulla copertura integrale del territorio con connettività wired minima 30Mbps; da un sistema informativo geo-referenziato e da molteplici applicazioni per il turismo, la fruizione dei beni archeologici fino alla tariffazione puntuale sui rifiuti.Sebbene incoraggiante, l'esperienza di Formia non è raccontata in forma di “best practice”, bensì di caso di studio in cui osservare anche tutto ciò che non va fatto o che va fatto meglio. Dalla definizione di un metodo per la rilevazione dei bisogni, alla costruzione di un modello di governance multistakeholder, alla capacità di previsione dei limiti culturali dell'expertise amministrativo, fino al rischio determinismo tecnologico. Formia diventa occasione di riflessione per altre esperienze in cui si voglia plasmare un modello di città Smart non metropolitano.


 

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